L'Enciclopedia del Calcio Mondiale

Albania

 

 

 

ALBANIA

 

 

LE ORIGINI.

Il calcio si diffuse in Albania all’inizio del Novecento, quando il paese faceva ancora parte dell’Impero Ottomano.

Il primo incontro di cui si ha notizia si disputò nel 1908 a Scutari, nel nord del paese, fra due squadre di studenti di una missione cristiana. La notizia venne riportata dalla stampa ad opera di Gut Ruter, un cronista dell’epoca. Il 15 aprile 1909, fu fondato un club nella città di Coriza, il Vllazëria.

Il gioco si diffuse rapidamente e, come racconta Sport Ekspres, un giornale locale di quel periodo, dal 7 al 14 aprile 1911 venne organizzata una sorta di campionato “non ufficiale”, che si disputò nella città di Fier. Secondo la stessa fonte, il torneo si svolse con la formula dell’eliminazione diretta e vi parteciparono otto selezioni di altrettante città: Berati, Elbasani, Fieri, Kavaja, Lushnja, Peqini, Tirana, e Vlora. Si aggiudicò il titolo la squadra di Tirana, che sconfisse in finale quella di Peqini per 6-1. In quel torneo, in totale, il Tirana mise a segno 19 reti subendone cinque.

Questa competizione proseguì il suo cammino fino al 1929, con la partecipazione di vari club fra cui SK Tirana, SK Durrës, Skënderbeu Korçë, Bashkimi Shkodran, Urani Elbasan, Sportklub Vlorë ed altri.

Nel 1912 nacque il primo club di Scutari, l’Indipendenca Shkodër. Nell’ottobre 1913 l’Indipendenca Shkodër affrontò una selezione della Marina dell’Impero Austro-Ungarico, l’Imperial Navy. I “marinai” ebbero la meglio per 2-1. La rete dell’Indipendenca fu messa a segno da Palokë Nika, proprio il giocatore che si era prodigato per organizzare quello storico incontro.

Gli italiani che occuparono l’Albania alla fine della prima guerra mondiale, diedero un impulso fondamentale allo sviluppo del calcio nel Paese delle Aquile. Nel 1919 nacque un altro importante club, il KS Vllaznia di Scutari e l’anno successivo fu la volta dello Sport Klub Tirana. Nel giro di pochi anni i tornei si moltiplicarono e ciascuna delle città più importanti vide la nascita di club calcistici.

Il primo campionato ufficiale fu inaugurato il 6 aprile 1930 e si concluse il 6 luglio. Oltre allo Sport Klub Tirana, parteciparono a quella edizione altre cinque squadre: Skënderbeu Coriza (Korçë), Sport Klub Valona (Vlorë),Bashkimi Shkodran, Teuta Durazzo (Durrës) e Urani Elbasan. L’SK Tirana e lo Skënderbeu terminarono il campionato in testa alla classifica a pari punti, ma venne proclamato campione il club della capitale, poiché lo Skënderbeu si rifiutò di disputare lo spareggio previsto per l’assegnazione del titolo, contestando alcune decisioni degli organizzatori.

Durante lo svolgimento di quel primo campionato, il 6 giugno 1930 fu fondata la “Federata Shqiptare e Futbollit” (F.Sh.F.), la federazione calcistica albanese, che entrò a far parte della Fifa due anni più tardi. Nel 1954, l’Albania fu tra i paesi fondatori dell’Uefa.

Dal 1931 al 1937 il numero delle squadre partecipanti al campionato variò da cinque a dieci, mentre il titolo rimase sempre appannaggio dell’SK Tirana, ad eccezione del 1933, quando se lo aggiudicò lo Skënderbeu. L’SK Tirana fu il vero dominatore di quel periodo arrivando a vincere il campionato del 1937 con 17 vittorie ed un solo pareggio, ottenuto contro il Bardhyli Lezhë.

Con l’approssimarsi della guerra, il campionato albanese fu sospeso al termine dell’edizione 1937 e riprese il via nel 1945.

 

Classifica del primo Campionato (1930)

N.

CLUB

P.ti

G

V

N

P

GF

GS

1

SK Tirana(1)

14

10

5

4

1

17

7

2

Skënderbeu Korçë(1)

14

10

5

4

1

14

5

3

Bashkimi Shkodran

13

10

4

5

1

20

14

4

Teuta Durrës

8

10

3

2

5

12

17

5

Urani Elbasan

7

10

3

1

6

9

20

6

SK Vlorë

4

10

1

2

7

4

13

NOTA. Edizione disputata dal 6 aprile al 6 luglio 1930.

(1): il 29 giugno e il 6 luglio 1930 si sarebbe dovuto disputare lo spareggio fra SK Tirana e Skënderbeu, ma quest’ultimo non si presentò ad entrambi gli appuntamenti.

 

Risultati del primo Campionato (1930)

CLUB

1

2

3

4

5

6

1

Bashkimi Shkodran

xxx

2-0

2-4

3-2

3-3

1-1

2

SK Vlorë

1-1

xxx

2-0

0-1

0-1

1-2

3

Skënderbeu Korçë

0-0

0-0

xxx

0-0

2-0

4-0

4

SK Tirana

1-1

3-0

0-0

xxx

3-0

3-1

5

Teuta Durrës

2-3

1-0

0-2

2-2

xxx

3-1

6

Urani Elbasan

0-4

2-0

1-2

0-2

1-0

xxx

 

 

DAL DOPOGUERRA AGLI ANNI NOVANTA.

Alla fine della seconda guerra mondiale fu proclamata la Repubblica Popolare di Albania. Il nuovo corso politico diede un impulso nuovo e positivo alle attività sportive, in generale. Anche il calcio assunse da subito l’importante funzione di attrattiva e di divertimento per le masse popolari, un ruolo fortemente voluto e sostenuto dal regime comunista.

Le infrastrutture crebbero rapidamente mentre il calcio veniva organizzato e sviluppato nelle aziende statali, nelle scuole, nei villaggi e nelle città. Vennero fondati nuovi club “istituzionali”, come il Partizani di Tirana (1946) e la Dinamo di Tirana (1950), rispettivamente espressione del Ministero della Difesa e del Ministero dell’Interno.

Alla riapertura dell'attività agonistica, il campionato riprese con una formula organizzata su due gironi, per ovviare alle difficoltà di spostamento sul territorio. Il primo titolo del dopoguerra fu conquistato dal Vllaznia di Scutari, che si impose nella finale andata e ritorno contro l'SK Tirana con il punteggio di 2-1 in entrambi gli incontri del 23 e del 26 dicenbre 1945. L’anno seguente fu la volta del Flamurtari di Valona che ebbe la meglio sul Vllaznia.

A partire dal 1947 si impose sulla scena  il Partizani Tirana, squadra rappresentante dell’Esercito, sostenuta con decisione dal nuovo regime che provvide fin da subito a fornire al club i migliori giocatori esistenti sulla piazza.

In generale, a partire da quel momento e fino al 1990, il regime consentì ai club legati al Ministero della Difesa e al Ministero dell’Interno, a differenza di tutti gli altri, di fruire del privilegio di poter tesserare qualunque giocatore, acquisendolo dalle altre squadre. Ciò li rendeva praticamente imbattibili.

Nel 1948 fu varata anche la coppa nazionale (“Kupa e Shqipërisë”), che vide il successo del Partizani nell’edizione inaugurale. In realtà un’edizione non ufficiale della coppa era già stata disputata nel 1939, con la formula di una mini-lega.

Dopo la fine del campionato 1948, l’influenza della politica iniziò a farsi più pressante. Nello stesso anno la federazione albanese decise di adottare il calendario dei paesi occidentali, con uno svolgimento della stagione agonistica da autunno a primavera. Tuttavia, a causa delle forti pressioni esercitate dall’Unione Sovietica, il 31 marzo 1949 la F.Sh.F. decise di annullare la stagione 1948/49 e di riproporre un periodo agonistico con durata dalla primavera all’autunno, a partire dal campionato 1949. Da quel momento, il campionato assunse in via definitiva la formula originaria a girone unico.

Alla fine del 1948, inoltre, tutti i club della Polizia (Dinamo) e quelli del Sindacato(Spartaku) cambiarono il loro nome adottando quello della città di appartenenza, ad eccezione dello Spartaku Pogradec, nonché del Partizani e della Dinamo di Tirana.Infine, dal 1950 l’SK Tirana assunse la denominazione di Puna Tiranë, nome che avrebbe mantenuto fino al 1957.

A partire dalla stagione 1949, prese il via anche il campionato di seconda divisione e nacque il meccanismo di promozione e retrocessione fra le due categorie.

Nel 1950, dopo tre titoli consecutivi conquistati dal Partizani, si insediò al vertice del calcio albanese la Dinamo di Tirana, potente sodalizio espressione del Ministero dell’Interno che si impose proprio sul Partizani per la migliore differenza reti ottenuta nella seconda fase del torneo (20-2 contro 20-3). L’anno seguente vide una nuova vittoria della Dinamo, ma il Partizani stabilì due primati tutt’oggi imbattuti: 136 reti realizzate e record di gol messi a segno dal suo cannoniere, Refik Resmja: 59 segnature.

I campionati 1952 e 1953 furono di nuovo appannaggio della Dinamo, che primeggiò anche nel 1955 e nel 1956 dopo la breve parentesi del 1954 in favore del Partizani. La squadra dell’Esercito conquistò tre titoli consecutivi dal 1957 al 1959. Quel dominio fu interrotto nel 1960 dalla Dinamo, ma l’anno seguente il Partizani ebbe di nuovo la meglio sulla squadra della Polizia al termine di un sofferto spareggio.

Con la dissociazione della Repubblica Popolare di Albania dalla sfera di influenza dell’Urss, avvenuta il 3 dicembre 1961, la federazione albanese adottò di nuovo il calendario “all’occidentale” e le competizioni ripresero con il campionato 1962/63. Quella stagione fu la prima nella quale fu consentito ad un club albanese di prendere parte ad una competizione europea, la Coppa dei Campioni 1962/63, con il Partizani. Quell’esordio non fu troppo fortunato e la squadra venne eliminata dagli svedesi del Norrköping. Malgrado ciò, il Partizani destò un’ottima impressione: dopo la sconfitta per 0-2 patita in trasferta, gli albanesi inchiodarono sul pareggio (1-1) gli avversari a Tirana.

I primi due campionati del nuovo corso furono appannaggio del Partizani, a cui seguì nel 1964/65 il titolo conquistato dal redivivo SK Tirana, ribattezzato “17 Nëntori 1944” nel 1958. Tale denominazione sarebbe rimasta invariata fino al 1991. Quel successo, il primo del dopoguerra, giunse ben 28 anni dopo l’ultimo alloro.

In quegli anni, il Nëntori, il Partizani e la Dinamo dominavano la scena e si contesero la vittoria del titolo nazionale fino al 1970/71. Ma il vero dominatore fi il Nëntori, con ben quattro titoli in cinque anni, rinverdendo la netta supremazia di un tempo. In particolare, il campionato 1965/66 fu estremamente combattuto; il titolo venne infatti assegnato con uno spareggio vinto dal Nëntori per 2-1 sul Partizani.

Nel 1968 la stagione agonistica tornò momentaneamente alla formula “primavera-autunno”, ma riprese la cadenza “autunno-primavera” dal 1969/70.

Gli anni Settanta furono caratterizzati dall’avvicendarsi dei club più forti ai vertici del calcio albanese: il Partizani, la Dinamo, lo Skënderbeue il Vllaznia dettavano letteralmente legge, ad eccezione della stagione 1977/78 in cui il Luftëtari di Argirocastro conquistò un ottimo secondo posto alle spalle del Vllaznia.

All’inizio degli anni Ottanta, la lotta per il titolo vide ancora protagonisti la Dinamo, il Partizani e il Nëntori, a cui si affiancò ben presto il Vllaznia. Inoltre, il Flamurtari di Valona, dopo un lunghissimo periodo di anonimato, tornò ad occupare le prime posizioni in classifica sfiorando il successo in un paio di occasioni.

Nella stagione 1983/84, dopo decenni di dominio delle squadre di Tirana e di Scutari, conquistò finalmente il titolo il Labinoti di Elbasan. Ma il dominio dei club della capitale riprese da subito, contenendo le ambizioni di successo del Flamurtari, unica vera novità di quel periodo.

Con il campionato 1989/90, nel tentativo di rendere il torneo più interessante e combattuto, la federazione ne modificò la formula portandola a tre turni (andata-ritorno-andata) ed introducendo un bonus; in questo modo si aggiungeva (o si toglieva) un punto in classifica per la vittoria (o la sconfitta) con più di tre reti di scarto.

Quella stagione inaugurò un quinquennio di alternanza al vertice che vide il successo di cinque squadre diverse: Dinamo, Flamurtari (primo titolo), Vllaznia, Partizani e Teuta Durazzo. In particolare, il successo del Flamurtari di Valona ebbe luogo nel campionato 1990/91, l’ultimo disputato prima della grande svolta politica dell’Albania, avvenuta con le prime libere elezioni politiche del marzo 1991.

 

 

DAL CROLLO DEL COMUNISMO AD OGGI.

Il dittatore comunista Enver Hoxha aveva mantenuto il paese sotto l’influenza sovietica, per poi scegliere di intrattenere rapporti privilegiati solo con la Repubblica Popolare Cinese. Anche per questo motivo, la scomparsa di Mao (1976) provocò il totale isolamento internazionale dell’Albania, che terminò solo con la morte di Hoxha nel 1985. Le prime elezioni libere del 1991, tuttavia, non servirono a far uscire il paese dalla crisi economica e istituzionale. Al contrario, ebbe inizio un vero e proprio esodo di massa, specialmente verso l’Italia, facilmente raggiungibile anche con imbarcazioni di fortuna.

Proprio da Valona ebbe inizio la grande emigrazione che, di lì a breve, portò verso l’Italia, la Grecia e i paesi balcanici centinaia di migliaia di emigranti. Con loro se ne andarono all’estero anche i migliori calciatori, in cerca di maggior fortuna.

Quei mutamenti sociali, con la fine del sistema economico e politico centralizzato, si ripercossero anche sul mondo del calcio. Molti club ripresero le denominazioni originarie del periodo pre-comunista: il Nëntori tornò a chiamarsi SK Tirana, il Labinoti Elbasan divenne SK Elbasani, al posto della Lokomotiva Durrës ricomparve il Teuta Durrës, il Traktori Lushnjë si ripresentò come SK Lushnja e così via. La prima divisione fu portata a 16 squadre, mentre il primo campionato dell’era post-comunista (1991/92) fu vinto dal Vllaznia.

Con la caduta del regime la federcalcio, pur tentando di limitare la crisi in ogni modo, si trovò di fronte al vuoto di potere che immobilizzava il paese. La situazione era così preoccupante che l’Uefa decretò l’esclusione delle squadre albanesi dalle coppe europee per il 1992, motivando quella decisione con la mancanza di sicurezza per le squadre ospiti. A complicare le cose, nel 1992 si verificarono alcuni episodi di aggressione verso gli arbitri, che indussero la federazione a far disputare molte le partite in campo neutro.

Le società di calcio, all’improvviso, si ritrovarono prive dei finanziamenti statali, ad eccezione delle due squadre sponsorizzate dai Ministeri, Partizani e Dinamo. Anche per questo motivo i migliori giocatori si trasferirono all’estero, prevalentemente in Italia e in Germania. Un lento ritorno alla normalità iniziò nel 1994, quando arrivarono nel paese alcuni sponsor di buon livello. Ciò permise, quanto meno, di frenare l’emorragia dei calciatori verso l’estero. Poco a poco i tifosi tornarono negli stadi e, fatto ancor più importante, le squadre furono riammesse alle competizioni europee.

Gli equilibri interni del calcio cominciarono a cambiare e, malgrado la supremazia iniziale del Partizani, gli anni Novanta si caratterizzarono con la decisa apparizione sulla scena di nuove compagini come il Teuta Durrës (Durazzo) e il Besa Kavajë. Nel 1993/94, proprio Durazzo - la maggiore città portuale del paese - ebbe l’onore di vedere il primo trionfo in campionato della propria squadra, il Teuta, che conquistò il titolo staccando l’SK Tirana e il Flamurtari.

Ma dal 1994/95 fino alla fine di quel decennio, l’SK Tirana tornò a dominare la scena, con ben cinque titoli in sei anni. Nel 1994/95, quel club stabilì anche il record di distacco sulla seconda classificata, con ben 12 punti di vantaggio sul Teuta. In quegli anni, l’unico titolo non vinto dai tiranesi fu quello del 1997/98, andato al Vllaznia.

Erano anni convulsi, segnati dall’emigrazione dei migliori giocatori e da frequenti, quanto “fantasiosi”, cambiamenti nel regolamento della federazione. Uno di questi impedì certamente al Teuta di vincere il campionato 1995/96, a beneficio dell’SK Tirana che si aggiudicò il titolo grazie al maggior valore delle vittorie in trasferta rispetto a quelle in casa.

Anche la difficile situazione economica che aveva colpito il paese influì sulle attività sportive, al punto che il campionato 1996/97 fu interrotto al termine del girone di andata (diciassettesima giornata). Il torneo riprese in piena estate; le squadre vennero suddivise in tre gironi, con il criterio della posizione occupata in classifica al momento dell’interruzione. Tutte le partite restanti vennero giocate, con la formula della sola andata, in campo neutro. Ospitarono quella fase quattro città: Durazzo, Elbasan, Kavajë e Tirana. Dal primo girone scaturì la vincitrice del titolo, l’SK Tirana.

L’SK Tirana si aggiudicò l’ultimo campionato del millennio, vincendo ai rigori un tiratissimo spareggio contro il sorprendente Tomori Berat. Proprio del Tomori fu il capocannoniere di quel torneo, Klodian Arbëri, con 18 reti.

I primi due campionati degli anni Duemila videro rispettivamente il successo di Vllaznia e Dinamo, ma lo Sport Klub Tirana fu di nuovo campione nel 2002/03.

Con la stagione 2003/04 la federazione inaugurò la nuova “Liga A1” del campionato nazionale, che dal 2004/05 avrebbe assunto il nome di “Ketegoria Superiore”.

Ma i rapporti di forza in campo restarono invariati. Per tutto il primo decennio degli anni Duemila, l’SK Tirana continuò a dettare legge, insieme alla Dinamo. Quel dominio venne interrotto solo nel 2005/06 dal sorprendente KS Elbasani. Nel frattempo l’SK Tirana fu ribattezzato KF Tirana (Klubi i Futbollit Tirana).

A partire dalla stagione 2010/11, il panorama calcistico albanese mutò decisamente. Lo Skënderbeu Korçë, che fino a quel momento aveva vinto un solo titolo nel lontanissimo 1933, iniziò a farsi largo aggiudicandosi ben sette campionati su otto. Il dominio fu interrotto solo nel 2016/17 con la vittoria del “piccolo” FK Kukësi.

Nel 2015/16 lo Skënderbeu sfiorò una clamorosa qualificazione ai gironi della Champions League, ma venne eliminato nell’ultimo turno preliminare dalla Dinamo Zagreb. In quella occasione, il club ottenne comunque l’accesso alla fase a gironi di Europa League, primo caso nella storia del calcio albanese.

Malgrado quei successi, nel giugno 2017 la giustizia sportiva albanese condannò lo Skënderbeu alla revoca del titolo di campione di Albania 2015/16, a causa di alcuni episodi di corruzione volti ad alterare i risultati di alcune partite di quel campionato.

 

 

LA NAZIONALE.

La Nazionale albanese fu invitata a disputare i Mondiali del 1934 ma la federazione fu costretta a rinunciare a causa dei problemi logistici che quella partecipazione avrebbe comportato.

Nel 1946, alla sua prima partecipazione, l’Albania conquistò la Coppa dei Balcani per Nazioni, classificandosi davanti alle più quotate Jugoslavia e Romania. Artefici di quel successo furono, fra gli altri, i due cannonieri Loro Boriçi e Qamil Teliti, con due reti ciascuno.

La squadra esordì alle qualificazioni per i Mondiali nell’edizione del 1966. In quell’occasione, in sei partite la squadra riuscì a ottenere solo un pareggio con l’Irlanda del Nord, a Tirana, il 24 novembre 1965 (1-1). Per quanto riguarda gli Europei, la Nazionale esordì nel 1964 e, grazie al ritiro della Grecia, riuscì ad approdare agli ottavi di finale. Dopo un’ottima prestazione in cui superò la Danimarca per 1-0 a Tirana, la selezione in maglia rossa fu purtroppo sconfitta a Copenaghen per 0-4.

Nel 2000 la squadra vinse la decima edizione del Malta International Tournament (o Rothmans Tournament), competizione disputata da Malta, Albania, Andorra e Azerbaigian.

Una vittoria di rilievo fu conquistata dalla Nazionale albanese a Tirana il 29 marzo 2003 ai danni della Russia (3-1), nel quadro delle qualificazioni a Euro 2004.

Fra i tecnici più famosi che hanno guidato la Nazionale albanese negli ultimi decenni, si sono avvicendati sulla panchina il tedesco Hans-Peter Briegel, l’italiano Giuseppe Dossena, l’olandese Arie Haan e l’italiano Giovanni De Biasi. Quest’ultimo assunse la guida della squadra nel dicembre 2011 e la condusse ad un’incredibile qualificazione alla fase finale degli Europei 2016. In quella circostanza, l’Albania conquistò la sua prima vittoria il 19 giugno 2016, battendo la Romania per 1-0 con rete di Armando Sadiku e sfiorò addirittura la qualificazione ai quarti di finale; un esordio di tutto rispetto su un palcoscenico così importante. Nell’agosto 2015 l’Albania, inoltre, ottenne il 22° posto nel ranking Fifa, il miglior piazzamento di sempre in quella speciale classifica.

Fra i migliori attaccanti nella storia della Nazionale albanese, spiccano i nomi di Erjon Bogdani, Alban Bushi, Ervin Skela, Altin Rraklli, Hamdi Salihi e Armando Sadiku, quest’ultimo ancora in attività. Oltre a questi, sono degni di menzione: Loro Boriçi, storico capitano della Nazionale vincitrice della Coppa dei Balcani del 1946; Lin Shllaku, protagonista nel Vllaznia degli anni Sessanta; Panajot Pano, portiere del Nëntori degli anni Settanta;  Sulejman Demollari, centrocampista della Dinamo Tirana e della Nazionale negli anni Ottanta; Sokol Kushta, prolifico attaccante della Nazionale nel decennio a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta; Fotaq Strakosha, portiere della Nazionale dal 1990 al 2005, trasferitosi in Grecia fin dal 1991; il centrocampista della Nazionale Edvin Murati, emigrato nella Ligue 1 francese a metà degli anni Novanta; l’attaccante Igli Tare, che vestì la maglia della Nazionale dal 1997 al 2007 e quella della Lazio dal 2006 al 2008; il forte centrocampista Lorik Cana, punto di riferimento nel Paris Saint Germain e nel Marsiglia dei primi anni Duemila nonché capitano del Sunderland in Premier League, considerato oggi il più forte giocatore albanese ancora in attività; il solido difensore del Napoli, Elseid Hysaj, un autentico punto di riferimento per la retroguardia partenopea; il portiere Etrit Berisha, un’autentica saracinesca con le maglie di Lazio e Atalanta, nonché della Nazionale albanese agli Europei 2016.

Dal 2011 è attiva anche la Nazionale albanese di calcio femminile, che ha partecipato alle qualificazioni per i Mondiali femminili del 2015.

 

 

I CLUB IN EUROPA.

Fino a pochissimo tempo fa, i club albanesi non erano mai riusciti a superare il secondo turno delle coppe europee. I risultati migliori erano stati ottenuti dal 17 Nentori (oggi SK Tirana), che aveva raggiunto gli ottavi di finale in Coppa dei Campioni (1982/83) e gli ottavi di finale in Coppa delle Coppe (1986/87), e dal Flamurtari che aveva disputato gli ottavi di finale della Coppa Uefa 1987/88.

Negli ultimi tempi, oltre alla Nazionale, anche i club albanesi si stanno evolvendo sulla scena internazionale. La stagione 2015/16 ha messo in luce lo Skënderbeu con la prima storica qualificazione ai gironi di Europa League da parte di un club albanese.

 

 

LA STRUTTURA DEI CAMPIONATI E LA COPPA NAZIONALE.

Fino alla stagione 1989/90, la prima divisione contava dodici club e la seconda era organizzata su tre gironi di dodici o tredici squadre ciascuno, suddivisi con criteri geografici. Oggi in prima divisione (“Kategoria Superiore”) competono dieci squadre, mentre la serie cadetta (“Liga e parë”) è composta da 20 squadre suddivise in due gironi; al di sotto troviamo la “Liga e dytë”, che comprende 28 club, anch’essi raggruppati in due gironi; il numero delle squadre e dei gironi del livello più basso (“Liga e tretë”) varia invece di anno in anno.

Alla Coppa di Albania (“Kupa e Shqipërisë”), nata nel 1939, partecipano tutti i club delle quattro divisioni, oltre a numerose squadre dilettantistiche, aziendali, universitarie e scolastiche; la finale si gioca l’11 gennaio, festa della Repubblica. La squadra vincitrice acquisisce il diritto a partecipare al turno preliminare di Europa League. Il club col maggior numero di successi in Coppa di Albania è il Partizani, con 15 titoli.

La Super Coppa albanese (“Super Kupa”) prese il via nel 1989. La competizione si gioca ad inizio stagione in un unico match, che dal 2016 si svolge all’Arena Kombëtare di Tirana. Il club col maggior numero di titoli è il KF Tirana.

La stagione agonistica, in genere, va da settembre a maggio. Sono tesserati quasi 10.000 giocatori e i club iscritti alla federazione sono una sessantina. Nel “Paese delle Aquile” esistono anche un campionato Under 21 e molti altri tornei riservati alle categorie giovanili. La federazione albanese, infatti, pone grande attenzione anche allo sviluppo del calcio dei giovani, organizzando campionati a partire dall’età di 10 anni. A livello regionale esistono squadre giovanili di tutte le età. Inoltre, i club delle due divisioni maggiori sono obbligati ad avere un’attività giovanile strutturata.

Fino all’inizio degli anni Novanta, non era prevista alcuna campagna di trasferimento dei giocatori. Tutti i club erano statali e la federazione stessa decideva eventuali passaggi da una società all’altra. Oggi anche il calcio risponde a criteri di libero mercato. In questa ottica, verso la fine del 1990 fu introdotto un premio partita, per invogliare gli atleti a dare il meglio di sé in campo, e fu anche creata una lotteria simile al Totocalcio italiano.

Esiste una grande richiesta di calciatori albanesi, tanto che oltre 200 giocatori sono tesserati nei più importanti campionati in Europa.

Le squadre più importanti sono il KF Tirana, la Dinamo, il Partizani - tutte e tre della capitale, il Vllaznia di Scutari e lo Skënderbeu di Coriza. Il KF Tirana, comunque, rimane a tutt’oggi il club più titolato del paese, l’unico ad essere rimasto ininterrottamente nella massima serie fino alla stagione 2016/17. Dopo la sua retrocessione, l’anno seguente la squadra tornò prontamente ai vertici del calcio albanese.

Oggi il calcio è di gran lunga lo sport più popolare in Albania e viene praticato in modo diffuso in tutto il paese, sia dai ragazzi nelle scuole che dai più grandi, all’aperto e a livello indoor.

 

 

GLI STADI.

Nel novembre 2013 lo Stadiumi Qemal Stafa di Tirana, quello che era sempre stato lo stadio nazionale, fu scartato dalla Fifa per la mancanza dei requisiti di sicurezza necessari per gli incontri internazionali. In pratica, l’Albania non possedeva alcun impianto idoneo ad ospitare incontri di livello internazionale. Per tale motivo il governo albanese intervenne per ammodernare lo stadio Ruzhdi Bizhuta di Elbasan, che venne ribattezzato Elbasan Arena (settembre 2014) ed il Loro Boriçi di Sscutari (ottobre 2015), giusto in tempo per ospitare l’inizio delle qualificazioni a Euro 2016.

Lo storico Qemal Stafa, teatro di quasi tutte le battaglie della Nazionale e sede del match di Super Kupa, disponeva di oltre 20.000 posti. I lavori per la costruzione ebbero inizio nell’agosto del 1939 e l’inaugurazione avvenne il 7 ottobre 1946. Lo stadio fu chiuso al pubblico definitivamente il 20 maggio 2016 e nel giugno dello stesso anno iniziarono i lavori per la sua demolizione. Da quel momento l’Arena Kombëtare (22.500 posti) lo ha sostituito nel ruolo di stadio nazionale.

Gli altri impianti principali sono il Tomori di Berat (17.890), il Flamurtari di Valona (16.500), il Loro Boriçi di Scutari (16.000), l’Elbasan Arena (12.800), il Niko Dovana di Durazzo (12.040), il Selman Stërmasi dell’SK di Tirana (9.500).

 

NOME

SEDE

CAPACITÀ

Arena Kombëtare

Tirana

22.500

Stadiumi Tomori

Berat

17.890

Stadiumi Flamurtari

Valona

16.500

Stadiumi Loro Boriçi

Scutari

16.000

Elbasan Arena

Elbasan

12.800

Stadiumi Niko Dovana

Durazzo

12.040

Stadiumi Selman Stërmasi

Tirana

9.500

Stadiumi Qemal Stafa (1)

Tirana

20.000

(1): demolito nel  giugno 2016.

 

 

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